Verso il Natale: la vera storia della stella cometa
Archeologia, Arte, Memoria, Scienza, Murlo

Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo.
(Vangelo di Matteo 2, 1)
La stella cometa è uno dei simboli incontrastati del Natale: in ogni presepe, sopra la grotta che ospita Gesù bambino, troviamo la stella scintillante con la sua caratteristica lunga coda, simbolo di salvezza, luce e speranza. Secondo la tradizione, infatti, fu proprio una stella cometa a suggerire ai Re Magi il cammino da seguire per raggiungere il nuovo Re dei Giudei, ma in realtà è assai probabile che a spingere in cammino i tre saggi fosse stato un altro evento astronomico, eccezionale e straordinario.
Stelle o comete?
Le comete sono infatti fenomeni di breve durata, originati da corpi celesti che passano vicino alla nostra atmosfera a grande velocità: questo fatto le rende completamente inadatte sia ad essere seguite per giorni, come secondo la tradizione fecero i Re Magi, sia a fermarsi poi in un certo punto del cielo, in corrispondenza della capanna dove era nato Gesù. Quanto scritto nella Bibbia risulta verosimilmente più adatto a descrivere una stella fissa che i Magi seguirono come riferimento astrale.
L’eccezionale luminosità nel cielo potrebbe essere avvenuta, ad esempio, per via dell’esplosione di una stella morente o in virtù di una congiunzione astrale che, effettivamente, si verificò attorno al 7 a.C.
La teoria di Keplero
Nel 1603 Keplero rimase ammaliato da una congiunzione tra Giove e Saturno, un fenomeno noto come Grande Congiunzione: l’astronomo, incuriosito, calcolò che un tale evento, dovuto all’allineamento in prospettiva dei due pianeti, si era già verificato in passato e in quel caso Giove e Saturno si sarebbero avvicinati per ben tre volte in otto mesi, tra l’aprile del 7 a.C. e il gennaio del 6 a.C., un periodo adatto per percorrere il tragitto dalla Persia alla Giudea.
La “coda” di Giotto
Alcuni studiosi sostengono invece che la stella biblica potesse essere il ricordo del passaggio della cometa di Halley, quella stessa cometa che nel 1301 lasciò un ricordo indelebile in Giotto. Fu proprio lui il primo a dipingere, nell’affresco contenuto nella cappella degli Scrovegni a Padova, una stella caratterizzata da una scia luminosa. Fu da allora che la stella con la coda, così come la conosciamo anche oggi, entrò a pieno titolo nell’iconografia tradizionale della Natività.
La “stella di Betlemme” tornata a brillare
Mancava dall’epoca di Keplero e si è vista di nuovo il 22 dicembre, solstizio d’inverno: è la congiunzione tra Giove e Saturno, così vicini da poter essere osservati insieme nel campo di un telescopio, come lo sono stati solo nel 1623. La congiunzione dei due pianeti è stata probabilmente la “stella” di Natale che, secondo il racconto dei Vangeli, avrebbe guidato i Magi. E anche dall’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena hanno potuto ammirare questo spettacolo eccezionale.
[credit: Natività di Gesù, Benvenuto di Giovanni (1436-1518), Montepulciano – Pinacoteca Crociani]