Santa Claus is coming… nei musei senesi! Da San Nicola a Babbo Natale
Arte, Pienza

San Nicola e la storia di Babbo Natale: come e quando il vescovo di Myra e il patrono di Bari si è trasformato in Santa Claus, simbolo del Natale per eccellenza
San Nicola, uno dei santi più amati e venerati in tutto il mondo, visse fra III e IV secolo d.C. e fu vescovo dell’importante città di Myra (nella odierna Turchia). Le sue reliquie, conservate a Bari, sono ancora oggi contese e ogni tanto la Turchia ne chiede la restituzione dopo che furono trafugate da Myra nel 1087, da parte di alcuni marinai baresi, e poste nella cripta della Basilica eretta in suo onore.
San Nicola: santo dei doni e dei bambini
Le tre sfere d’oro, con cui è quasi sempre raffigurato nell’arte, rappresentano uno degli episodi più celebri della sua vita.
Prima di essere ordinato vescovo, Nicola s’imbatté in una famiglia nobile caduta in disgrazia. Il padre, che non poteva più offrire una dote per le proprie tre figlie, decise di avviarle alla prostituzione per provare a sopravvivere. Venuto a sapere della storia, il giovane Nicola, che proveniva da una famiglia benestante, decise di aiutarli. Nascondendosi sul tetto della loro casa, lasciò quindi scivolare dalla finestra dell’abitazione tre sacchi d’oro – poi simboleggiati nell’iconografia del Santo con palle d’oro – grazie alle quali il nobile poté far sposare le figlie in serenità, risparmiando loro la vita di strada.
Questa storia diede a Nicola la fama di generoso portatore di doni, oltre che patrono delle vergini e garante della fertilità. A questi attributi si aggiunse ben presto anche quello di protettore dei bambini. Il suo rapporto speciale con loro nacque infatti da un altro leggendario episodio che lo vide protagonista, nel quale resuscitò miracolosamente tre fanciulli finiti in salamoia nella bottega di un perfido oste.
Da San Nicola a Santa Claus
Saranno proprio queste incredibili vicende a rendere così amata e popolare la figura del Santo, tanto da divenire il modello per la nascita del mito di Babbo Natale.
Il Santo vescovo di Myra, nei secoli, è stato infatti legato alla figura del vecchio portadoni. Nel Medioevo si diffuse in Europa la consuetudine di scambiare piccoli regali in occasione della festa del santo (il 6 dicembre) e, questa usanza, è ancora presente nei Paesi Bassi, in Germania, Austria e in alcune zone dell’Italia. La tradizione si diffuse in Nord Europa ma, nei paesi protestanti, San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico mantenendo però il suo ruolo benefico col nome di Santa Claus (contrazione di Sanctus Nikolaus), ed assumendo le sembianze di un vecchietto che, di casa in casa, portava i doni ai bambini buoni.
A partire dall’Ottocento, i festeggiamenti si spostarono progressivamente alla festa vicina più importante, ovvero quella del Natale anziché in occasione della festa di San Nicola. Nei paesi dove ancora oggi lo si festeggia, San Nicola arriva la notte tra il 5 e il 6 dicembre e porta doni e dolciumi che lascia accanto al caminetto, in una scarpa o fuori dalla porta di casa.
Da Myra alla Lapponia
L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse la celebre poesia The Night before Christmas/ A visit from Saint Nicholas, in cui lo descriveva per la prima volta come tutti ormai lo conosciamo e contribuendo alla diffusione della figura mitica e folkloristica di Babbo Natale.
Questo nuovo Santa Claus ebbe infatti successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.
Una delle sue rappresentazioni più famose è quella legata alla pubblicità della Coca Cola dove appare rubicondo, di rosso vestito e con la barba bianca, che viaggia nel cielo su una slitta trainata da otto renne e viene giù dal camino col suo sacco pieno di regali in spalla.
La pubblicità della multinazionale americana debuttò nel 1931 e nacque dalla penna dell’illustratore Haddon Sundblom, che mise insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello “Spirito del Natale presente”, descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale.
San Nicola nei Musei Senesi
Al Museo Palazzo Borgia di Pienza, potete ammirare San Nicola nella splendida Pala di Spedaletto, dipinta tra il 1463 e il 1464 da Lorenzo di Pietro, meglio noto come il Vecchietta. Nello scomparto centrale, insieme ad una Madonna col Bambino in trono, sono raffigurati i Santi Biagio, Giovanni Battista, Nicola e Floriano.
San Nicola è perfettamente riconoscibile per la presenza delle famose tre sfere d’oro che simboleggiano l’episodio di carità verso le tre fanciulle, rappresentato, tra l’altro, in una delle scene della predella sottostante.