Guanti di bisso, una storia di sovrani
Scienza, Siena

Soffice ma forte, lucente come l’oro:
il bisso è la seta del mare
Il guanto è un accessorio che ha una lunghissima storia, derivata dalle sue funzioni, ossia proteggere le mani dal freddo e dallo sporco. Utilizzati già dagli antichi Egizi per preservare la pelle delle mani profumata e morbida, i guanti acquistano gradualmente anche un valore estetico per divenire nel Medioevo simboli di classe di appartenenza e di prestigio.
Una visita virtuale
Vi portiamo virtualmente dentro il Museo dei Fisiocritici per mostrarvi dei bellissimi guanti di color bronzo interamente realizzati in bisso marino.
Il bisso era, nel Settecento e nell’Ottocento, una vera e propria materia pregiata, una fibra tessile prodotta con i filamenti che un mollusco marino, il bivalve ‘Pinna nobilis’, utilizza per ancorarsi ai fondali sabbiosi. I tessuti prodotti a partire dal bisso richiedevano tanto lavoro e soprattutto enormi quantità di molluschi: il costo degli abiti e degli accessori era quindi molto alto, tanto da farne un prodotto per principi e re!
Chiamato anche “oro del mare”, appare color bronzo in penombra, color oro se illuminata e quasi invisibile se esposta in controluce. A causa del prelievo indiscriminato, dell’alterazione degli ambienti marini e dell’inquinamento, la presenza di questo mollusco è ormai molto rara: questa tradizione artigianale ha oggi pochissimi cultori che utilizzano solo materia prima raccolta in passato.
I guanti senesi
Il re di Napoli, Ferdinando II di Borbone, soleva acquistare guanti in bisso per farne dono ad altri sovrani. Questi guanti in particolare – oggi conservati ai Fisiocritici – furono acquistati a Taranto nel 1845 e donati al Re di Francia Luigi Filippo, che a sua volta li donò al Barone Michele Chiarandà di Palermo dal quale, infine, giunsero tra le mani del conte Carlo de Vecchi di Siena. Fu lui che, nel 1864, lì donò al museo.
[credit: Guanti di bisso, Siena, Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici]