Giornata Mondiale degli Insegnanti: così la vedeva Benozzo Gozzoli (narrando Sant’Agostino)
Arte, San Gimignano, FMStory
Un mestiere che non è solo una professione: quello dell’insegnante, la figura che giorno per giorno promuove e costruisce i valori del dialogo, della tolleranza, del rispetto e della solidarietà. Le basi del vivere democratico.
Il 5 ottobre si celebra la Giornata Mondiale degli Insegnanti, ideata e voluta dall’Unesco dal 1994, il cui obiettivo fondamentale è quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti. Nel mondo, ogni giorno, 55 milioni di insegnanti lavorano con oltre un miliardo di bambini, ragazzi, giovani, per favorire la crescita civile e culturale delle nuove generazioni e garantire a tutti l’accesso alla conoscenza, tra i diritti fondamentali dell’uomo. Sono i docenti che, giorno per giorno, promuovono e costruiscono con i loro studenti i valori del dialogo, della tolleranza, del rispetto e della solidarietà, che sono le basi del vivere democratico.
Un lavoro che non è solo un lavoro
Con le novità che i nostri tempi presentano in maniera così intensa, l’intera comunità educante si trova spesso a dover riorganizzazione l’attività didattica reinventandosi nuove modalità di fare scuola. Ma quello dell’insegnamento è sempre stato uno lavoro straordinario e difficile, che ha conosciuto nel corso dei secoli modalità e approcci diversi.
La storia della pittura, ad esempio, ci mostra come la scuola, intesa come edificio chiuso destinato all’educazione dei giovani, apparve solo nel XVII secolo.
La scuola vista da Benozzo Gozzoli
Osservando i dipinti più antichi come la Presentazione di Sant’Agostino alla scuola di Tagaste, che fa parte del celebre ciclo dedicato a Sant’Agostino realizzato da Benozzo Gozzoli per la cappella del coro di San Gimignano, si scopre che fino a Rinascimento inoltrato ancora insegnava all’aperto, secondo il modello greco.
Sebbene il Santo fosse nato nel 354 d.C., Benozzo dipinge la scena di una scuola tipica del XV secolo: i personaggi indossano abiti rinascimentali (la giornea è l’indumento maschile per eccellenza di questo secolo), sotto le arcate di un edificio si intravedono gli alunni intenti negli studi. Uno di loro viene addirittura punito dal maestro, alludendo forse alle parole di Agostino stesso che, nelle sue opere, ricorda sempre con fastidio le punizioni corporali inflitte a scuola.
I bambini, l’educazione, la scuola e l’università sono un’evidente fonte d’ispirazione per l’artista che inserisce, come eventi di vita della storia del Santo, anche le scene di Agostino ammesso all’Università di Cartagine e Agostino apre una Scuola di Retorica a Roma.
In fuga da Firenze, a causa dell’epidemia di peste del 1463, Benozzo concepisce immagini di straordinaria vitalità, speranza e desiderio di normalità, in un clima e stato d’animo forse non troppo dissimili da quelli che pervadono noi, oggi.
[credit: Presentazione di Agostino alla scuola di Tagaste (scena 1), 1464-65, Sant’ Agostino, Cappella del Coro, San Gimignano]