Gennaio, il mese “bifronte”
Arte, Siena

La dedica al dio Giano,
con lo sguardo tra passato e futuro
“Che cosa voglion dire i datteri e i fichi rugosi e il puro miele offerto dentro un candido vaso?”
“Si fa per buon augurio – rispose Giano – perché nelle cose passi il sapore e l’anno, qual cominciò, sia
dolce.”
(Ovidio, Fasti, Libro I)
Nel calendario romano il mese di gennaio era quello dedicato al dio Giano, divinità con una doppia faccia, capace di guardare contemporaneamente al passato e al futuro. Venerato per la sua capacità di conciliare inizio e fine di ogni cosa, Giano era rappresentato come un busto con due volti che guardano in direzioni opposte: il principio e la fine, l’entrata e l’uscita, l’interno e l’esterno.
Ianuarius (gennaio) era quindi il periodo dell’anno in cui i romani celebravano la forza misteriosa e primigenia di questa divinità “bifronte”, una figura che per molto tempo ha simboleggiato il ciclico ritorno delle stagioni e delle epoche e che è presente ancora oggi nello spirito che contraddistingue l’universo di rituali legati al capodanno.
Negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia, splendido giardino rinascimentale all’italiana ideato ne 1580 da Diomede Leoni, si trova la scultura di una testa di Giano bifronte: la statua dell’antico dio pagano è posta simbolicamente al confine tra la parte selvatica e quella geometrica del giardino, a segnalare un importante passaggio e un cambiamento di prospettiva.
[credit: Testa Giano Bifronte (Horti Leoni, San Quirico d’Orcia), 1580]