Donne nel Medioevo: sapienti e instancabili, eppure nell’ombra
Archeologia

Esseri da proteggere, dagli altri e da se stesse. Nobili, contadine o religiose di un convento le donne nel Medioevo erano sottoposte alla sorveglianza e alla guida degli uomini e non considerate soggetti autonomi; per questo le loro storie sono rimaste spesso all’ombra delle grandi imprese, idee e rivoluzioni, il cui unico protagonista è l’uomo.
Moglie o monaca
Nel Medioevo la donna poteva insomma scegliere tra matrimonio e famiglia o la cella del monastero. Per essere giudicata una buona moglie doveva saper cucinare, fare il bucato, attingere l’acqua dal pozzo, filare e tenere ordinata la casa. Ma anche raccogliere la legna, governare il bestiame, aiutare gli uomini nei lavori rurali e prendersi cura dei figli. Il lavoro duro e nascosto della donna richiedeva sapienza, diligenza, previdenza e una forza che si manifestava nella grande quantità di occupazioni quotidiane che svolgeva.
Le mani sapienti
Tra le mansioni che maggiormente caratterizzavano la sfera femminile vi erano la produzione e la preparazione di tessuti. Grazie all’archeologia, sono stati portati alla luce piccoli laboratori di tessitura all’interno delle capanne dei villaggi: la preparazione e la filatura delle fibre vegetali, quindi, si svolgevano tra le mura domestiche. I reperti archeologici più frequenti sono costituiti da fusaruole in terracotta, fusi e canocchie, un bastone su cui era avvolta la lana pettinata che le contadine portavano spesso infilato dentro la cintura.
La vita della donna
All’Archeodromo di Poggibonsi, primo museo open air italiano dedicato all’Alto Medioevo, è possibile incontrare i contadini e gli artigiani che, nella casa padronale, svolgono le loro mansioni secondo gli ordini del dominus. Tra questi potrete conoscere Bonula, quasi sempre seduta su un piccolo sgabello intenta a filare, o Ursa impegnata a tessere con il telaio verticale i filati colorati nella bottega di Ermentrude, la tintrice. Ed è qui che potrete lasciarvi affascinare dalle loro mani sapienti e dal loro silenzioso ma prezioso lavoro.
[credit: nella foto in alto Bonula intenta a filare, qui sotto Ermentrude la tintrice]