Ansano, storia di un Santo
Arte, Siena, FMStories
Il “battezzatore dei senesi”
divenuto santo patrono
Secondo la leggenda Ansano, nato nel 284 e appartenente alla famiglia romana Anicia, dopo essere sfuggito agli orrori delle persecuzioni di Diocleziano giunse a Siena; qui iniziò la sua opera di diffusione del Vangelo e battezzò i primi cristiani, acquisendo per questo l’appellativo di “battezzatore dei Senesi”. A causa di questa sua attività di proselitismo religioso, il giovane Ansano sarebbe stato imprigionato e sottoposto al supplizio della pece bollente nella località che da lui ha preso il nome di Fosso di Sant’Ansano.
Da questo supplizio uscì miracolosamente indenne: la pentola si rovesciò spegnendo il fuoco. Il proconsole ne ordinò allora la decapitazione che avvenne il 1 dicembre 304 (o, come riportano alcuni storici, 303) presso Dofana, che si trovava nella diocesi di Arezzo, dove in seguito fu eretta una cappella a ricordo del martirio.
Le storie che raccontano come le spoglie del Santo siano arrivate a Siena sono molteplici: secondo la tradizione, nel 1108 l’allora vescovo di Siena, Gualfredo, spinse un gruppo di senesi a trafugare le spoglie del patrono Ansano dal luogo del martirio e si narra che, dopo uno scontro armato con gli aretini, i senesi riuscirono ad impossessarsi del cadavere di Ansano e a riportarlo in città per dargli degna sepoltura in Duomo.
A Siena il popolo in attesa si radunò nella zona dei futuri Pispini e, intravisto il corteo con il corpo del Santo, iniziò ad urlare “il Santo viene, il Santo viene”: la leggenda vuole che porta San Viene (il precedente nome di Porta Pispini) prenda da questo il suo nome (ma realtà il toponimo “San Viene” sembra derivare dalla volgarizzazione operata dal popolo sull’intitolazione latina della vicina chiesa di Sant’Eugenia).
Per deporvi con tutti gli onori il Santo, si decise di costruire in Duomo un prezioso altare di marmo che rimase gravemente danneggiato dall’incendio scoppiato nel 1359: da allora della preziosa reliquia restano solo le due braccia e un dito.
Una lapide marmorea posta lungo il Fosso di Sant’Ansano, vicino alla piazzetta della Selva, ricorda ancora l’evento miracoloso del futuro patrono di Siena.
[credit: Siena, Fosso di Sant’Ansano]