Il museo di San Gimignano è situato presso l’antico monastero di Santa Chiara successivamente trasformato in conservatorio per signorine di buona famiglia e, infine, in scuola media. Il complesso, definito tramite un’articolata serie di interventi ascrivibili ai secoli XVII-XIX, è stato recuperato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Vi è stato allestito un polo espositivo di grande interesse che comprende il Museo Archeologico, la Spezieria di Santa Fina e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada”.
Il Museo Archeologico di San Gimignano conserva importanti testimonianze che tracciano la storia sangimignanese più antica, dal periodo etrusco arcaico fino al XVIII secolo. L’esposizione si divide in due sezioni: una dedicata all’arte etrusca e romana con reperti provenienti da insediamenti e necropoli rinvenute sul territorio (tra cui Pugiano, Cellole, e La Ripa) risalenti al VII – I secolo dopo Cristo; l’altra è invece riservata alle attività produttive di carattere artigianale, quali vetro e ceramica, attestate nella città durante il Medioevo.
La Spezieria di Santa Fina, annessa nel 1253 allo Spedale omonimo fondato alla metà del XIII secolo, propone un attento recupero di suppellettili e arredi delle antiche istituzioni sanitarie della città. L’allestimento riproduce l’assetto e gli aromi originali della farmacia, una delle più antiche della Toscana, con la suddivisione nella “cucina“, dove si preparavano i medicinali, e nella “bottega“, preposta alla vendita dei prodotti, che erano contenuti in vasi ceramici e vitrei di altissimo livello qualitativo, riferibili a un periodo compreso fra i secoli XV e XVIII, e che ancora accompagnano i visitatori coi loro aromi benefici. Il percorso traccia una vera e propria storia del farmaco o, meglio ancora, del “medicamento”, e di tutte le attività connesse al lavoro della spezieria: sono esposti anche moltissimi medicinali antichi, quali l’olio di scorpioni, oltre ad alcuni dei componenti utilizzati nella preparazione delle medicine, come la mandragora o le pietre preziose.
È intitolata a Raffaele De Grada (1885 – 1957) noto pittore milanese che dopo aver viaggiato in tutta Europa scelse proprio San Gimignano come patria d’elezione, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ospitata nello stesso complesso dell’antico monastero di Santa Chiara. Raffaele de Grada iniziò a frequentare la cittadina valdelsana nel 1915 in seguito al matrimonio con la sangimignanese Magda Ceccarelli e nelle sale del museo sono esposte molte opere che spiccano, non solo per interesse artistico, ma anche per il profondo legame che l’artista instaurò con San Gimignano. Aperta nel 2002 a cura di Enrico Crispolti, la collezione permanente riunisce opere dell’Ottocento toscano e del Novecento. A Niccolò Cannicci e a Raffaele De Grada sono destinate due salette monografiche, dopo aver incontrato la donazione delle imponenti tele dalle suggestioni surreali di Giannetto Fieschi. Il museo prosegue con le opere entrate nella collezione a partire dagli anni ’70 grazie al Premio De Grada (tra cui Guttuso, Sassu, Vacchi), all’esposizione Grande Adesione (1985), curata da Andrea Del Guercio e dedicata all’arte astratta, progettuale e alla nuova pittura, e grazie alle iniziative seguenti che fino agli inizi del 2000 hanno arricchito di doni la galleria.
Il recente lascito della Collezione Pacchiani arricchisce la pinacoteca di dipinti italiani fra anni ’30 e ’80 eseguiti da celebri artisti (Casorati, Campigli, Carrà, De Chirico, Sironi, Soffici, Mafai, Morlotti, Adami fra gli altri). La galleria rappresenta inoltre lo spazio espositivo più importante della città di San Gimignano, all’interno del quale si tengono frequenti mostre temporanee dedicate all’arte dell’Ottocento, del Novecento e al contemporaneo.
Urna con coppia di sposi, Museo Archeologico (III-II secolo a.C.): una coppia di coniugi semi-distesi e abbracciati, raffigurati nel coperchio dell’urna dove erano custodite le loro ceneri… un’unione che va oltre lo spazio e il tempo!
Vasi in vetro contenenti antichi medicamenti, Spezieria di Santa Fina: madreperla, sangue di drago (resina rossa estratta da alcune piante dell’America centrale), trocisci di vipera (carne di vipera femmina, bollita in acqua e aromatizzata) e frammenti della celebre mandragora che, secondo la leggenda, cresceva ai piedi degli impiccati.
La “cucina” della spezieria di Santa Fina: dove si può godere dei profumi e della ricostruzione del laboratorio in cui venivano preparati i farmaci.
Cavalli, Raffaele de Grada (1921): il dipinto, ispirato ai cicli affrescati trecenteschi della Collegiata di San Gimignano, dimostra il profondo rapporto dell’artista con la città toscana.

Musei Civici
Museo Archeologico – Spezieria Santa Fina – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffele De Grada”
Via Folgòre, 11 – 53037 San Gimignano
Call Center: 0577 286300
email: prenotazioni@sangimignanomusei.it
ORARI DI APERTURA
La Galleria d’Arte moderna e contemporanea, la Spezieria di Santa Fina, il Museo Archeologico sono momentaneamente chiusi al pubblico.
Ci scusiamo per il disagio.
BIGLIETTI
un solo biglietto, valido due giorni, per poter accedere a tutte le sedi museali
intero: € 9,00
ridotto: € 7,00
minori da 6 a 17 anni; over 65;
ridotto gruppi: € 7,00
gruppi di almeno 20 persone (fino a due accompagnatori con ingresso gratuito); gruppi di alunni di scuole pubbliche in visita didattica (fino a due accompagnatori con ingresso gratuito)
gratuito
bambini fino a 6 anni; persone diversamente abili con accompagnatore; guide turistiche; soci ICOM muniti di tessera
residenti nel Comune di San Gimignano
San Gimignano, col suo noto e fiabesco profilo turrito, è iscritta nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1990 e costituisce una tappa imperdibile per il visitatore che voglia scoprire le meraviglie delle terre di Siena e non solo. Già feudo dei vescovi di Volterra e prima ancora insediamento etrusco e poi romano, San Gimignano si affranca nel Duecento e cade definitivamente sotto Firenze un secolo dopo. La città si articola sull’antico impianto attraversato dal tracciato della via Francigena in direzione nord-sud (da porta San Matteo a porta San Giovanni). Sulla sommità della collina si aprono le due piazze principali in cui si svolge la vita cittadina e che da secoli vengono ammirate da visitatori di tutto il mondo: la piazza della Cisterna e quella del Duomo. Qui si affacciano i maggiori edifici cittadini e le case-torri più alte della città: la Rognosa, che svetta per 52 metri a fianco del Palazzo del Podestà, e la Torre Grossa, simbolo del potere comunale. Il percorso di visita della cittadina, che si inoltra tra le alte torri e i magnifici vicoli, dai quali sempre si scorge una vista inedita e sorprendente, non può non comprendere una visita alla Rocca di Montestaffoli, alla chiesa di Sant’Agostino e alla Collegiata.