(Un’altra) Lettera alla moglie di Putifarre
M'ama, non m'ama, Arte, Asciano

M’ama, mon m’ama. Continua la corrispondenza con le opere dei musei senesi. Scrivi anche tu la tua lettera…
Giaci inerme sul letto,
tra le tue mani alle sue vesti.
È struggente vederti così.
L’angoscia segna il tuo volto,
sconvolto.
La tua nudità appena celata
non nasconde la vergogna che provi
per essere stata rifiutata.
È facile provare empatia per il tuo tormento.
Nessuno è immune alla sofferenza,
ma se anziché cercare in ogni modo di sfuggirne la accogliessi?
L’evitamento è una reazione naturale.
Se invece di sottrarci al dolore, lo accettassimo,
che cosa succederebbe?
Io ti capisco sai, a volte sembra che non ci siano vie d’uscita, che non ci siano possibilità, ma non farti accecare dallo sconforto di un solo momento.
Non lasciare che il panico prenda il sopravvento,
non far si che la paura si impadronisca di te.
Il rischio è di fare qualcosa di cui potresti pentirti,
qualcosa che avrebbe conseguenze devastanti,
qualcosa a cui sarebbe difficile porre rimedio.
Per questo ti esorto a rimanere lì, per un po’,
ferma.
Immobile.
Esattamente come sei nel quadro,
finché l’ondata di disperazione non passa.
Perché passa sempre, te lo assicuro.
E tornerai a sentirti viva,
tornerai ad amare e ad essere amata.
Solo allora agisci.
Per amore.
Con amore.
Elena Turrini
La risposta
Accettazione del rifiuto,
forse domani
di nuovo primavera.
L’opera
Amos Cassioli, La moglie di Putifarre | Asciano, Museo Cassioli. Pittura senese dell’Otttocento