A te, tronco fossile
M'ama, non m'ama, Scienza, Siena

M’ama, mon m’ama. Continua la corrispondenza con le opere dei musei senesi. Scrivi anche tu la tua lettera…
A te che contieni così tanto del passato e non esplodi in mille schegge che potrebbero ferire chiunque, a te che con i tuoi strati, ti fletti e mai ti rompi.
Sei rimasto conservato contro il tempo e le intemperie,
Eppure, sei ancora qui, non ti sembra, forse, un miracolo?
Esserci ed essere nonostante tutto, nonostante il tempo e le influenze esterne?
Siamo tutti tronchi fossili. Conserviamo così tanto dentro, affrontiamo il mondo che cambia e flettiamo in vista di perturbazioni.
Quanto ci è costato arrivare fino ad oggi? Può l’amore assumere le forme delle nostre flessioni? Addolcire i piegamenti e rendere mite la sofferenza che si prova nel non doversi mai spezzare?
C’è una lettera d’amore che nessuno scrive mai ed è quella verso sé stessi.
Yasmina Nunziata
La risposta
Non aver paura di rispondere ad alta voce alle tue domande. Inizio io.
Sì, è un miracolo essere ancora qui. È un miracolo non aver seguito le mutazioni del tempo ed essere stato forte abbastanza da riuscire a conservare i miei strati più profondi.
Come ci sono riuscito? Come si preserva quel che non si tocca se non con il pensiero? Non saprei esattamente. Siamo esseri in movimento, chi più, chi meno.
Ci pieghiamo sotto il peso della pioggia e del vento. Oscilliamo seguendo un moto dolce, fluttuante al ritmo delle stagioni che si rincorrono.
Nel mio seguire, tuttavia, sono fermo. Il mio sentire è stabile perché so chi sono e da dove vengo.
Sono compresso, a volte. Percepisco l’ansia rovesciata dalle aspettative altrui: e se adesso si rompesse?
Ma è soltanto un “e se…” mia cara Yasmina.
I “se” non hanno mai fatto la storia di nessuno: una sillaba con la presunzione di onnipotenza, quasi fosse possibile vivere tutti i mondi alternativi.
Tu, e quindi anch’io, non abbiamo dubbi. Tutt’al più qualche piccola debolezza.
L’opera
Tronco Fossile | Siena, Museo Nazionale dell’Antartide “Felice Ippolito”