Ai minatori in sciopero
M'ama, non m'ama, Memoria, Abbadia San Salvatore

M’ama, mon m’ama. Continua la corrispondenza con le opere dei musei senesi. Scrivi anche tu la tua lettera…
Cari minatori,
posso solo immaginare il senso di oppressione che vi ha portato a scioperare, restare chiusi giornate intere sottoterra, in questa lettera vorrei parlarvi della mia di oppressione, però non è quella data da un luogo ma da uno stato d’animo, come voi vi sentite schiavi delle pietre, io mi sento schiavo delle mie emozioni e dei miei pensieri, ma oggi voglio scioperare anche io da loro, voglio sentirmi libero. Non so se il vostro sciopero è servito, vi racconterò se le mie emozioni hanno capito che ho bisogno di una tregua.
Cari minatori scioperiamo insieme ogni giorno, per far capire ai nostri oppressori che abbiamo bisogno di libertà e prima o poi vinceremo.
Mama
La risposta
Dolcissimo Mama,
ogni oppressione che viviamo ci limita nel vivere. Ci toglie energie e forze. Ogni forma di oppressione ci attanaglia la gola e offusca la mente come in una mattina di nebbia.
Lucidi. Dobbiamo restare lucidi, tu e noi, per lottare contro tutto questo. Per lottare per la nostra vita. Le pietre che ci rendono schiavi hanno noi portato a combattere per i nostri diritti, per condizioni di lavoro migliori, più umane, per una vita migliore. Ma anche tu, Mama, devi combattere contro le pietre che ti legano a terra, che ti impediscono di essere ciò che vorresti, di vivere come vorresti. Sereno, forse. Non è vita degna di essere vissuta né la nostra né la tua se ci fa passare i giorni nudi, sporchi, imprigionati. Scioperiamo. Scioperiamo insieme, per scendere più tranquilli noi nel buio di queste gallerie, tu per uscire al sole dal buio delle gallerie della tua mente. Vinceremo. Insieme.