Lettera alla quercia
M'ama, non m'ama, Memoria, Monticchiello

M’ama, mon m’ama. Continua la corrispondenza con le opere dei musei senesi. Scrivi anche tu la tua lettera…
Cara Quercia,
sai, il tempo passa più in fretta di quanto uno possa pensare!
Oggi è un giorno speciale per noi. È il nostro cinquantesimo anniversario. In questo giorno felice i ricordi affiorano nella mia mente, ancora chiari rispetto al tempo passato, per questo mi chiedo se anche tu ricordi le giornate passate con i libri appoggiata al tuo tronco, i pic-nic sotto la protezione dei tuoi rami. Al nostro primo bacio e quelli che sono venuti dopo, al nostro primo litigio e molti altri seguiti a quello. Ai nostri momenti felici e a quelli più tristi. Tutti questi ricordi mi lasciano con il sorriso sulle labbra. A te che sei il loro custode ti ringrazio. Questa lettera arriverà nei tuoi rami quando io avrò intrapreso una nuova avventura.
PS. Non dimenticare di controllare il tatuaggio che ti ho fatto, non vorrei sbiadisse.
Con amore,
la tua amica speciale
Azzurra Campomaggiore
La risposta
Mia amica speciale,
sono cresciuta alta e possente anche per te. Per esserti compagna e appoggio. Noi siamo piante forti perché nei giorni caldi possiamo dare riparo ai viandanti che sotto i nostri rami trovano ombra e, attraverso l’ossigenazione delle nostre foglie, refrigerio.
Possiamo essere riparo dalla pioggia perché le nostre fronde sono così fitte da trasformarsi in rifugio sicuro. Lo abbiamo fatto tante volte insieme: per non sciupare la preziosa carta dei tuoi libri densi di parole che facevano sognare un domani, o per accoglierti, col tuo paniere in vimini e quella vivace tovaglia a quadretti che tanto mi rallegrava.
Ho sempre voluto essere solida per te (nei sorrisi e nelle lacrime, per te), ma sono anche nodosa nello slancio del mio tronco e nel dipanarsi dei miei rami. Del resto, così è la vita. E sole o pioggia, vento o freddo, mi hai trovata sempre lì.
Io e te. Porti saldi, punti certi, legami indissolubili. L’una lo specchio dell’altra, nella solidità e nella fierezza di una vita vissuta con schiettezza, con le radici ben attaccate alla terra da cui noi traiamo linfa vitale. Da lì ho ascoltato le tue storie, le tue parole spazzando via le tue lacrime.
Oggi, dopo cinquant’anni, dai miei frutti, sono nate altre querce pronte ad ascoltare altre vite, che abbracciano e consolano. Giusto per strapparti un sorriso, ti dico che ci troverai sempre perché “le querce non fanno limoni”.
Tu cominci una nuova vita, ricorda allora la leggenda celtica che vuole che con il solstizio d’estate inizi la reggenza della natura del Re Quercia che rappresenta la forza del Sole, in tutto il suo splendore, collegata alla fertilità della terra, e alla rinascita. Tutto questo lo ritroverai sempre qui: custodito con i tuoi segreti.
Ma il tatuaggio no, lascialo ricoprire dalla mia corteccia. Quella era la vecchia vita, diverrà storia con me. Aspetto un nuovo tatuaggio quando il percorso si sarà compiuto.
Io sarò qui.
Tua Quercia
L’opera
Quercia | Monticchiello, Te.Po.Tra.Tos. Scene del Teatro Popolare Tradizionale Toscano

Quercia | Te.Po.Tra.Tos. Scene del Teatro Popolare Tradizionale Toscano