Cara Scarpa…
M'ama, non m'ama, Memoria, Buonconvento

M’ama, mon m’ama.
Scrivi anche tu la tua lettera d’amore a un’opera dei musei senesi. Ecco la prima…
Cara Scarpa,
ti scrivo perché forse non riceverai altre lettere. Eppure, meriti di stare nel museo. Fosse per me, ti toglierei anche da quello della Mezzadria Senese per metterti in un altro museo, caso mai accanto al dipinto di un San Rocco pellegrino. Non c’è estetica senza etica e tu hai entrambe. Sformata, sfondata, sfilacciata, rabberciata, rattoppata, sei un pezzo unico. Hai portato il peso di un’esistenza, hai sorretto la verticalità di chi è stato al mondo andando scalzo per risparmiarti. Sei un’opera maestra.
Con affetto,
Luca Borgognoni
La risposta
Caro Luca,
non so se riceverò altre lettere, ma di sicuro la tua mi rimarrà nel cuore: è la prima ed è forte. Ti vorrei dire tante cose, raccontarti dei miei lunghi cammini, di avventure che hanno segnato il mio cuoio e consumato la mia suola. Per questo, forse, oggi sono in un museo e non in una serie tv come le mie colleghe dalle forme perfette, alte, con i tacchi, non affaticate scelte ad esempio per “Sex and the City”. Loro non sanno quello che sappiamo noi, e a volte le invidio. Perché ho sostenuto una verticalità che nulla ha a che fare con il glamour delle “stelle”, ma che ha saputo trovare la leggerezza al di là della fatica tra i campi non ancora in fiore. E, non so tu, ma io mi sento dentro un’opera ancora in corso. Avrei voluto che facessi parte dei miei passi, Luca, e averti accompagnato nel tuo viaggio della vita. Ti porterò stretto in me come le mie stringhe.
L’opera
Vecchie scarpe contadine | Buonconvento, Museo della Mezzadria senese