2° Festival delle tradizioni minerarie
Memoria, Abbadia San Salvatore, Mostra

In uno dei luoghi simbolo della civiltà mineraria del nostro paese come Abbadia San Salvatore, sede sino dall’inizio del ‘800 delle miniere di cinabro, per l’estrazione del mercurio, che hanno segnato la storia della comunità amiatina per quasi due secoli, arriva il 2° Festival delle Tradizione minerarie, organizzato dal Parco Museo Minerario Abbadia con la direzione scientifica del geologo Daniele Rappuoli.
Il Festival coincide quest’anno con la ricorrenza del 60° anniversario dell’occupazione della Miniera di Abbadia e per questa occasione sono state programmate iniziative specifiche ad ingresso libero:
- il 3 agosto alle 10:30 il Convegno “Dentro e fuori – un paese in occupazione”
- il 4 agosto alle 17:00 l’inaugurazione, della mostra “Qui sotto terra noi lotteremo – l’occupazione della Miniera di Abbadia del ‘59”
- l’11 agosto alle 21:30 le lettere originali degli occupanti “Voci da dentro”, a seguire “Visita in notturna nello stabilimento minerario con rievocazione della Sciolta dei Minatori”
Il Convegno del 3 agosto “Dentro e fuori – un paese in occupazione” si svolgerà nelle stanze del Museo multimediale “I luoghi del mercurio”, vedrà tra gli ospiti Susanna Camusso, già segretaria generale della CGIL, i professori Maurizio Boldrini e Gerardo Nicolosi dell’Università di Siena, Alessandro Orlandini dell’Istituto della Resistenza di Siena, Gianpiero Petri, presidente Associazione “Amici del museo” e Lauro Seriacopi della Fondazione Don Milani. La discussione affronterà il clima politico esistente in Italia in quella fase storica, concentrandosi sull’occupazione della miniera avvenuta esattamente sessant’anni fa, e della quale saranno forniti dati e documenti. “È interessante – ha affermato il professore Maurizio Boldrini – discutere sull’apparente unità che si registra in fase di preparazione della lotta e le diverse vedute, anche sindacali, che si registrano durante e dopo l’occupazione. L’apparente unità del paese – ha aggiunto – sotto la quale cova, però, la cenere che porterà, dopo i licenziamenti, alle divisioni che in alcuni casi attraverseranno anche le stesse famiglie oltre ai nuclei politici e sindacali. Quel movimento, al di la della retorica, va letto come un movimento di difesa delle condizioni dei minatori, di sopravvivenza delle miniere. Si avvia in quella fase un processo di smantellamento del sistema minerario che sarà portato a compimento un decennio dopo, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Settanta”. Altro punto affrontato nella discussione riguarda il clima politico nazionale nel quale maturò quella vicenda, che influenzerà gli stessi comportamenti dei partiti in sede locale e provinciale. Siamo nella fase dei sussulti, anche violenti. Nei sindacati sono in atto i primi timidi tentativi di ricomposizione dopo la traumatica svolta del dopoguerra. Ma le vicende di Abbadia non aiuteranno la presa di coscienza unitaria. Questi e altri temi inerenti saranno sollevati nel corso del dibattito.